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Caratteristiche dei cuoi destinati all’industria della pelletteria e degli accessori

  • Immagine del redattore: Gennaro Cioce
    Gennaro Cioce
  • 15 apr 2022
  • Tempo di lettura: 2 min

Aggiornamento: 16 apr 2022

Alla fine degli anni ’90 il settore conciario e quello degli utilizzatori del cuoio si sono impegnati nella produzione di una serie di documenti normativi nei quali veniva introdotto il concetto di “idoneità all’uso” per i differenti campi di applicazione.

Attraverso tali norme, dunque, i due settori hanno stabilito “consensualmente” un livello qualitativo minimo del prodotto “cuoio” che, se non rispettato, si sarebbe potuto ripercuotere sulla qualità dei prodotti offerti al consumatore finale. Nella sostanza, le norme sulle “Caratteristiche e requisiti” avevano (ed hanno) lo scopo di consentire la caratterizzazione del cuoio attraverso specifiche prove di laboratorio e la valutazione “dell’idoneità all’uso” mediante il semplice confronto dei risultati analitici con dei valori limite prestabiliti. All’obiettivo di fornire documenti di natura contrattuale in fase di approvvigionamento, si aggiunge quello della tutela del consumatore; le norme, infatti, se da un lato garantiscono la qualità del prodotto dal punto di vista merceologico, dall’altro impongono specifiche restrizioni su alcune caratteristiche eco-tossicologiche tipiche dei pellami.

Nel corso degli anni, oltre che nell’ambito delle forniture di materia prima, tali documenti sono risultati così efficaci da diventare la base delle specifiche di prodotto di grandi aziende, di istituti di certificazione, di strutture appartenenti alla Pubblica Amministrazione, nonché lo strumento tecnico principale per la risoluzione delle contestazioni tra fornitori e utilizzatori del cuoio. Le norme pubblicate in ambito nazionale hanno coperto tutte le destinazioni merceologiche del cuoio. 

Il primo documento di riferimento era la UNI 10826 “Caratteristiche e requisiti dei cuoi destinati all’industria della pelletteria e degli accessori”. Dopo circa 20 anni dalla data di prima pubblicazione, l’esperienza nell’utilizzo della norma nei contratti di fornitura, nella risoluzione delle contestazioni e l’evoluzione della normazione tecnica nazionale e internazionale, hanno determinato l’esigenza di revisionare il documento originario al fine di risolvere alcune “criticità” che, talvolta, rendevano complicata ed interlocutoria una valutazione univoca della “conformità” del cuoio. Il risultato della revisione è un documento totalmente rinnovato.

Attualmente in uso nelle commissioni tecniche internazionali di normazione, per ciascuna categoria merceologica, è la norma sulle caratteristiche e i requisiti suddivisi in base al tipo di rifinizione, ovvero per cuoi “anilina, semianilina e pigmentati” (definizioni riportate nella UNI EN 15987:2015 “Cuoio – Terminologia – Definizioni chiave per il commercio del cuoio”). L’utilizzo di tale classificazione, oltre che a tenere in considerazione le performance fisiche e meccaniche dei materiali con rifinizione differente, consente l’estensione e la comprensione del documento anche all’estero. Per quanto riguarda la classificazione delle “proprietà” del cuoio, sono state introdotte le definizioni di “caratteristiche essenziali”, “fondamentali” e “complementari”, la cui comprensione è molto importante per la corretta applicazione delle prescrizioni normative. Le caratteristiche “essenziali” sono i parametri eco-tossicologici che devono essere rispettati da tutti i tipi di cuoio, qualunque sia la destinazione d’uso. Le tabelle sui requisiti chimici da un lato tutelano il consumatore sulla presenza di alcune sostanze, dall’altro lato forniscono un elenco delle “sostanze critiche” più rappresentative che possono essere identificate nelle pelli, al fine di limitare richieste di analisi che siano poco o per niente applicabili al cuoio. Sono numerose, infatti, le richieste pervenute ai laboratori di prova di identificazione di sostanze tipiche di altre lavorazioni (es. allergeni o sostanze cancerogene nei coloranti per prodotti tessili) e che non sono presenti nei prodotti usati nel processo conciario.


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