L’impegno per la sostenibilità della Conceria Italiana
- Gennaro Cioce
- 13 ott 2023
- Tempo di lettura: 1 min
Da diversi anni la conceria italiana ha deciso di comunicare i valori, gli obiettivi, le attività, gli impatti e i risultati utilizzando la lente degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile definiti dall'ONU nell'Agenda 2030.
Se la produzione conciaria è già circolare per natura, dato che la sua materia prima è uno scarto dell’industria alimentare, in Italia questo paradigma trova un ulteriore grado di impegno e investimento grazie alla diffusa attività di recupero, trattamento e riutilizzo dei vari scarti del processo produttivo. Fertilizzanti e biostimolanti per agricoltura; gelatina e collagene per l’industria alimentare; granulati inerti e conglomerati bituminosi per l’edilizia. Tutto questo è ricavato dagli scarti delle moderne lavorazioni in conceria (fanghi di depurazione, rasature, rifili, croste e molto altro), e in Italia sono usate come materie prime secondarie, nelle produzioni di altri settori industriali.
La struttura del settore conciario in Italia ha permesso lo sviluppo di un sistema fortemente interconnesso tra imprese per lo scambio di materia (sia SOA che scarti) e servizi, che sono particolarmente rilevanti dal punto di vista ambientale. I processi di recupero degli scarti conciari sono un interessante caso applicativo di bioeconomia circolare e l’uso agricolo delle biomasse conciarie di scarto, ad oggi prevalente, esemplifica l’ideale chiusura del cerchio dei materiali naturali.
Per evitare impatti sull’ecosistema, le concerie italiane si avvalgono da quasi cinquant’anni (addirittura precedendo la prima normativa sulle acque di scarico) di impianti di trattamento all’avanguardia, spesso consorziati, specializzati nella depurazione dei reflui conciari. L’elevato e continuo grado di innovazione garantiscono livelli di abbattimento ed efficienza all’avanguardia a livello mondiale.









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