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La rifinizione della pelle: la fase più delicata del settore conciario

  • Immagine del redattore: Gennaro Cioce
    Gennaro Cioce
  • 1 giu 2022
  • Tempo di lettura: 1 min

Aggiornamento: 15 giu 2022

Bottalata, palissonata, smerigliata: si fa presto a dire “pelle”! Materiale organico straordinario, la pelle segue molte fasi di lavorazione prima di assumere la sua forma finale. Alcune caratteristiche come la morbidezza, la resistenza meccanica e il colore sono abbozzate durante le fasi di concia, riconcia e tintura. Ma è con la rifinizione che si definisce la resa estetica e funzionale della pelle, si protegge e si nobilita la sua superficie. Questo la rende una fase delicata e importante, sulla quale ai inveate molto per promuovere una produzione sempre più eco-sostenibile.

Un processo non esclude l’altro, e oggi molte pelli sono rifinite sia meccanicamente sia chimicamente.

Durante la rifinizione, sul fiore della pelle vengono applicate resine polimeriche, caseine, cere, pigmenti e coloranti, allo scopo di impartire il colore voluto, dare brillantezza, tatto e altre caratteristiche organolettiche, fisiche e merceologiche. Grazie a questa combinazione di tecniche, è possibile ottenere pelli con effetti anche molto particolari: un approccio necessario per essere al passo con le tendenze della moda e con la creatività degli stilisti. E, in certi casi, anticiparle.

È importante anche gestire in maniera corretta e sostenibile le sostanze chimiche utilizzate all’interno di un processo produttivo.

La procedura di gestione delle sostanze chimiche richiede sicuramente l’adeguamento dei propri processi produttivi interni ma comporta anche la necessità/opportunità di gestire in maniera sistematica i relativi aspetti del rapporto con i propri fornitori, attraverso l’uso di Capitolati, MRSL e PRSL sempre più dettagliati.



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