top of page

La vera pelle è sostenibile?. L'impegno dell'Unic sulla sostenibilità del cuoio

  • Immagine del redattore: Gennaro Cioce
    Gennaro Cioce
  • 30 lug 2022
  • Tempo di lettura: 1 min

In un mondo sempre più attento (fortunatamente) alla sostenibilità dei suoi prodotti, l’industria della pelle non fa eccezione. Le nuove tecnologie, le regolamentazioni sempre più rigide, le magnifiche qualità del cuoio e la produzione artigianale made in Italy riducono sempre di più l’impatto ambientale dei prodotti in pelle.

L’Italia è il primo paese europeo per la produzione di pellame, parliamo del 65% della produzione europea e il 23% di quella mondiale. Il pellame prodotto in Italia è destinato prevalentemente all’alta moda, per questo anche il pellame grezzo importato dall’estero è solitamente pellame di prima qualità da allevamenti con una buona qualità di vita dell’animale.

L’UNIC (Unione Nazionale Industria Conciaria) – Concerie Italiane si sta impegnando sempre di più affinché lo standard di produzione per la sostenibilità del cuoio sia sempre più alto. Le concerie italiane ed europee già da tempo devono rispettare rigide regolamentazioni sulla tutela dei lavoratori e dell’ambiente.

Un esempio di quest’impegno è lo standard UNI EN 16484:2015 “Cuoio – Requisiti per la determinazione dell’origine della produzione del cuoio” che prevede che la denominazione “Made in …” possa essere assegnata solo se le due ultime fasi di concia sono state eseguite nello stesso paese. Questo garantisce che i pellami contrassegnati “Made in Italy” abbiano rispettato lo standard delle normative Europee, con maggiori garanzie per i lavoratori e i consumatori. Inoltre, l’UNIC sta promuovendo dei progetti di trasparenza delle supply chains (a partire dagli allevamenti) con relative certificazioni ICEC TS410 e ICEC TS412, in modo da poter tracciare le materie prime in tutto il loro percorso e dare ulteriori garanzie al consumatore finale.



ree

 
 
 

Commenti


Post: Blog2_Post
bottom of page